Le sette parole di Cristo – Dialogo con Massimo Cacciari. Edizione Limitata con Autografo
39,00€ esclusa spedizione
Disponibile
con autografo a mano di Riccardo Muti
Editore: il Mulino
Formato: Soft Cover
Made in Italy
Masaccio e la «Crocifissione», con il suo fondo dorato che ferisce gli occhi, con la Maddalena prostrata ai piedi della croce;
Haydn e la musica delle «Sette ultime parole del nostro Redentore in croce», espressione straziante del sacrificio di sé. Masaccio e Haydn si fondono in un’unica immagine, come ci svela questo dialogo d’eccezione. Le parole di Cristo morente si fanno suono e senso universale che trascendono l’immagine stessa, divenendo pura astrazione.
APPROFONDIMENTO
«Il mio Dio tra Haydn e Masaccio»
– di Donatella Longobardi | 1 ottobre 2020
Riccardo Muti con Cacciari in un dialogo a due voci per «Le sette parole di Cristo»
Riccardo Muti ricorda sempre con emozione l’esecuzione di Haydn con la voce recitante di monsignor Vincenzo De Gregorio, ospite dell’associazione Scarlatti in un luogo unico e magico del centro antico di Napoli: la basilica di San Lorenzo Maggiore. Un luogo simbolico dove, sottolineò il maestro visitando convento e scavi, «Boccaccio incontrò Fiammetta e dove è racchiuso il dna di Napoli». Ora Le sette parole di Cristo diventano un libro in un dialogo a due voci tra musica e arte con il direttore napoletano e il filosofo Massimo Cacciari, spesso complici in incontri su temi di grande effetto nell’ambito del Ravenna festival, da Don Giovanni a San Francesco e a Dante. Ma il nuovo volume edito da Il Mulino e da oggi in libreria (doveva uscire a Pasqua, ma il coronavirus…), mette in evidenza un altro tassello della grande cultura napoletana da sempre esaltata da Muti. In copertina, infatti, c’è la «Crocifissione» di Masaccio, conservata a Capodimonte, frammento del grande polittico dipinto perla chiesa del Carmine di Pisa nel 1426. Una piccola tavola dipinta a tempera e dorata (83 centimetri per 63), con il Cristo sulla croce, a sinistra la Vergine vestita di blu, Maria Maddalena al centro e, a destra, San Giovanni Evangelista Così Masaccio e le «Sette ultime parole del nostro Redentore in croce» di Haydn, nel volume si fondono in un’unica realtà, tra divino e profano, suono e immagine.
«Trovare una correlazione tra la musica e il dipinto è stata un’esperienza illuminante», spiega il maestro presentando il libro e ricordando le sue tante esecuzioni del celebre brano di Haydn, tra cui quella con i Wiener Philharmoniker proprio sulla tomba del compositore, nella Bergkirche di Eisenstadt, in Austria. «Ma ogni volta che ho diretto “Le sette parole” o “Esclamazioni” a seconda delle traduzioni, ho avuto modo di cogliere il profondo linguaggio espressivo dell’autore nei vari momenti di sofferenza del Cristo, elementi dell’anima che si riscontrano in maniera geniale nel dipinto». «Invito ad andare a Capodimonte e a posare lo sguardo su questa piccola tavola che esprime meglio di altri il dramma non solo di Gesù ma di tutti quelli che gli sono intorno». Ecco dunque la Madonna, «quasi ferma nel suo dolore», «il pianto pieno di Giovanni» e la «passione irresistibile di Maria Maddalena che sembra irrompere all’improvviso nel dipinto con il suo manto dipinto di rosso, i capelli sciolti in una sensualità strepitosa e le braccia leva come a volere abbracciare il Cristo».
Nel 2017 Muti scelse la piccola tavola di Masaccio come sua opera preferita in occasione di una mostra allestita al museo intitolata «Carta bianca» e curata da Sylvain Bellenger, in cui illustri personaggi erano chiamati a scegliere «le loro opere preferite» tra i tanti capolavori esposti nell’antica reggia napoletana «La Maddalena sembra un direttore d’orchestra», disse all’epoca Muti a proposito della straordinaria musicalità di questo dipinto «capace di emanare una luce così intensa da ferire gli occhi e l’anima». Un ulteriore motivo di legame con Napoli dove Muti, che ha cancellato a causa della pandemia gli impegni americani con la Chicago Symphony, è atteso l’8, 10 e 11 novembre per tre concerti con l’orchestra del San Carlo. Sabato, invece sarà a Roma con la sua orchestra giovanile Cherubini, nel cortile d’onore del palazzo del Quirinale davanti al presidente Mattarella in occasione del «Concerto per Dante» nel settecentesimo anniversario della morte del poeta Sul palco anche il coro dell’Accademia di Santa Cecilia e il soprano casertano Rosa Feola. In locandina «Te Deum» di Haydn, «Ave verum corpus» di Mozart, «Laudi alla Vergine Maria» e «Ave Maria» dall’«Otello» di Verdi, e di Liszt «Les Préludes». Il concerto sarà trasmesso in diretta su Raiuno a partire dalle 18:45.
Donatella Longobardi, Il Mattino, 1 ottobre 2020
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